Come in tutte le cose, ci sono quelli che vogliono raggiungere uno scopo a prescindere da cosa venga usato, e quelli che danno molta importanza a come viene fatto.
Questo, credo, è un concetto che è nato con l'essere umano, e come per altre cose, è una di quelle cose che ci rendono diversi uno dall'altro...
Comunque, da parte mia, posso dire che lavorativamente parlando, lo scopo ultimo è quello di produrre un software che funzioni, a prescindere da come viene scritto, o che sistemi si usino per ottimizzarlo.
A livello teorico, o semplicemente per diletto, la ricerca di un linguaggio il più possibile semplice e leggibile, mi pare sacrosanta, e permette di evolvere l'informatica in genere.
Nelle mie esperienze, ho usato svariati linguaggi, e ognuno aveva delle particolarità che lo contraddistinguevano, ma non ho ancora trovato il linguaggio perfetto.
A suo tempo, il Basic era nato per permettere a chiunque di scrivere due righe e considerarsi un programmatore; poi il linguaggio si è evoluto ed è stato portato ad uno stadio molto simile a linguaggi più importanti (vedi C).
Il Cobol, nonostante il suo schema molto rigido (molto più di Python), aveva un suo perchè, e ancora oggi detta legge su grandi sistemi.
Il "C" è stato il sostituto (in grandi linee) dell'Assembler, permettendo di scrivere codice molto potente e veloce, e di rendere più leggibili i programmi (diversamente dal linguaggio macchina puro e semplice; il C++ è stata un'evoluzione, obbligata dal nuovo concetto degli oggetti.
Una volta che l'hardware ha raggiunto uno stato di potenza molto alto, lo scopo di scrivere programmi veloci, utilizzando linguaggi a basso livello, è passato in secondo piano, per cui sono nati linguaggi come Java, Python ecc.
Ora vanno di moda questi ultimi, ma la diversità di pensiero tra purista e non è rimasta la stessa.
Io, comunque, attendo che qualcuno tiri fuori il linguaggio "perfetto"... :-)